R E V I S I O N E A R G O M E N T O |
BRENTONEGO |
Inserito - 09/09/2008 : 10:38:48 Caro Presidente PIETRINI, ho letto con molto interesse l'articolo del collega ing.Mazzoncini sui " Procedimenti di calcolo - dossier di qualifica", relativo allo studio delle formule risolutrici - velocità all'urto -Energia dissipata nell'impatto tra veicoli, pubblicato sul sito web dell'ASAIS. Sull'interessante e fondamentale tema trattato, desidero - a suo completamento - far presente quanto segue. Alla meccanica degli urti (o dinamica impulsiva) com'è noto, sono applicabili delle equazioni fondamentali, tutte utilizzabili ai fini di una ricostruzione scientificamente e tecnicamente corretta di eventi infortunistici della strada. Le quali equazioni, derivano dai tre ben noti primncipi di conservazione della dinamica. Il collega ing.Mazzoncini - forse per brevità - ne indica solo due [primncipio di conservazione delle quantità di moto(Q); principio di conservazione dell'energia(E) o bilancio energetico]. Manca il terzo, quello più importante benchè non molto utilizzato da diversi colleghi nella pratica professionale, e cioè quello relativo al principio di conservazioene dei momenti delle quantità di moto(Q.a) e dei momenti angolari (I=J.w). Sul punto è importante e doveroso evidenziare infatti, che l'equazione fondamentale sull'applicazione di questo principio di conservazione dei momenti delle quantità di moto (Q.a) e dei momenti angolati (I=J.w), è la sola che consenta di verificare la correttezza degli angoli rilevati o rilevabili sulla scena del sinistro analizzato, dei vettori e delle quantità di moto (e, conseguentemente, anche quelli dei rispettivi vettori velocità), nonchè della corretta localizzazione del reciproco punto d'urto sulle rispettive sagome dei veicoli antagonisti, come è ovvio collocato nel punto planimetrico d'impatto, correttamente individuato sulla platea stradale. Solamente con l'applicazione di tutti e tre i principi di conservazione descritti, ed applicabili alla meccanica degli urti come detto infatti, è possibile giungere a risultati attendibili, ovvero compatibili e/o congrui con la ricostruzione degli eventi analizzati. Ancora più atrtendibile sarà la verifica dei valori cinetici e dinamici così determinati, con quelli che determinano valori dell'energia dissipata nell'impatto (Eu) identica a quella valutata analiticamente, attraverso l'analisi sperimentale dei danni e/o desunta dalla prove con l'effettuazione di crash-test reali su mezzi analoghi. Cordialità per.ind.Luciano BRENTONEGO ASAIS nr.039 |
2 U L T I M E R E P L I C H E |
MAZZONCINI |
Inserito - 14/09/2008 : 12:03:58 Sono perfettamente d'accordo con quanto asserito dal collega Brentonego. Il procedimento di calcolo presentato è sicuramente "approssimato" per quanto riguarda i casi in cui vi sono fenomeni rotazionali che comportano la necessità di introdurre l'energia connessa con detti fenomeni (bisogna quindi conoscere il momento di inerzia dei mezzi ecc.). Pregio del sistema proposto è innanzi tutto quello di aver fatto pulizia delle formule errate che venivano utilizzate da più parti e di far comprendere come i calcoli debbano comprendere l'intero sistema e non un solo veicolo come qualvolta vedo fare ancora. Come sono solito fare, dopo aver completato lo studio, ho proposto la soluzione a diversi colleghi (in particolare ing.Manfredi - socio Asais) affinchè trovassero eventuali errori o omissioni. Come già detto, in mancanza di detti fenomeni, il calcolo è sufficientemente preciso (il confronto tra i due metodi è comunque preciso in quanto in entrambi i casi non sono stati inseriti fenomeni rotazionali). Un modo per tenere conto, ovviamente in modo approssimato, dei fenomeni rotazionali, è quello di aggiungere il tratto percorso in rotazione (senza spostamento del baricentro quindi) in modo da considerare il lavoro dissipato nell'attrito con il suolo. Ritengo comunque utile e invito tutti i colleghi a partire da questo spunto per sviluppare un sistema di calcolo sempre più preciso e dettagliato. Importante che il sistema proposto sia realmente utilizzabile, ovvero che tutte le variabili da inserire nei calcoli possano essere definite con ragionevole precisione. In definitiva si vuole giungere a un utilizzo pratico (il chè non vuole dire approssimato) e non a un sistema di calcolo precisissimo ma non utilizzabile. Ubaldo Mazzoncini
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PIETRINI |
Inserito - 11/09/2008 : 12:30:02 mi sembra un argomento che merita più della sola replica di PIETRINI, che perciò è opportuno veda intervenire altri soci. Personalmente non ho problemi a rispondere ma vorrei approfittare del tuo quesito per far sì che il forum avesse la partecipazione che merita. Anche se mi è difficile, caratterialmente, trattenermi dall'intervenire subito, prenoto il termine di msrtedì 16 settembre, dopo di che, se non ci saranno stati altri sviluppi. mi permetterò di esprimere la mia opinione |
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